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Lexuar 2679Io udivo sin dal 1969 le trasmissioni di Radio Tirana in lingua nazionale (anche se allora capivo poco e cercavo le “traduzioni” sentendo Parla Tirana in italiano) ma più che altro ascoltavo la musica, sia quella partigiana che quella popolare: dei vari “San Remo” locali, varati in Albania, credo dagli anni Settanta in poi, non è che mi importasse molto.
Ne avevo già abbastanza dei patetici, mielosi e commerciali San Remo italiani, che tali erano e tali sono rimasti!
Le musiche e i canti partigiani erano molto belli – e qui stacchiamoci dall’ideologia, per una persona che ascolta musica e sente voci senza nemmeno capire il significato di quelle parole, ciò che conta è la melodia e non la politica.
Ma quello che di straordinario ascoltavo erano le musiche popolari, sia suonate che cantate. Non dimenticherò mai quelli a più voci, con l’iniziale “assolo” poi seguito dal coro. Roba che se ci penso a distanza di tanti anni mi viene la pelle d’oca. Magari potessi avere dei DVD o CD con i canti della zona di Gjirokastër o di altre regioni dell’Albania. Una musica unica al mondo, inimitabile. Altra sua grandissima particolarità, era di unire accadimenti attuali a motivi di antichissima tradizione. Io sono italiano. Pensate: se dovessi ascoltare una musica regionale antica con testi che riguardano la vita d’oggi, MI VERREBBE DA MORIRE DAL RIDERE!!! CREDETEMI!!!
Invece a quegli sconosciuti autori Albanesi, riusciva loro e benissimo. In Italia gli unici che possono vantare un patrimonio culturale antico con presenza di motivi contemporanei sono i Sardi. Valga per tutti la straordinaria “Sa brigata Sassaresa” – sui soldati Sardi durante la Prima Guerra Mondiale – di Peppino Marotto accompagnato dal Coro di Orgosolo che, tra l’altro, finisce citando Antonio Gramsci, il noto ideologo e politico italiano di origine albanese. Un capolavoro musicale!
Tempo fa un mio amico albanese che vive in Grecia, mi scrisse di chiedergli un regalo. Quando gli ho chiesto di mandarmi dei DVD o CD contenenti musica popolare, non li ha trovati e m’ha spedito della musica leggera albanese. Non vi dico la delusione: pareva di stare a San Remo.
È nel giusto Mateo Çili quando in un articolo di tempo fa ha scritto: «L’originalità che ha sempre contraddistinto il nostro popolo si è scontrata con il capitalismo spietato. E io mi rammarico che una domanda semplice non è mai balzata nel cuore di nessuno. Siamo davvero più liberi ora?»
Giovanni Armillotta/20 Febbraio 2010/http://www.albanianews.it