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Lexuar 4307Oltre la Coltre
“La globalizzazione non è un fenomeno naturale, ma un fenomeno politico concepito per raggiungere obiettivi ben precisi”.
(Noam Chomsky, “Due ore di lucidità”)
Oggi 8 Luglio ha inizio il G8 de L’Aquila. Le delegazioni dei grandi del mondo sono in Italia. Tutto è pronto per l’ennesima vetrina mediatica. Il summit di quest’anno si terrà nel Principato paramilitare de L’Aquila, mai un vertice mondiale ha avuto a disposizione un cittadella tutta per sè e un vero e proprio esercito in assetto da guerra dislocato in chilometri e chilometri di territorio nei dintorni della caserma della Guardia di Finanza. Le massime cariche politiche dei paesi più ricche del globo sono riuniti per redigere freddamente la nuova strategia mondiale. Assetti economici e sociali vengono decisi nelle caserme militari. Che mondo nè può venir fuori lascio a voi immaginare!
Mentre il mondo affonda tra violenza, povertà e morte, lor signori sfilano in doppio petto tra sorrisi, pacche sulle spalle e strette di mano. Ogni anelito di contestazione è stroncato sul nascere. Da circa una settimana in Italia sono state abolite le più basilari leggi del libero flusso delle persone. Il trattato di Schengen è stato abolito e gli arresti preventivi sono innumerevoli. L’errore di Genova sembra che non sarà ripetuto. Stroncare la protesta sul nascere, buio mediatico sulle manifestazioni, estirpare la radice anti-globalizzazione è il loro scopo, esiste solo un mondo possibile, e non è di certo il nostro. Tutto ciò che va a cozzare con la loro oscura visione è da considerarsi terroristico, sovversivo, anti-sociale e contro lo sviluppo e il progresso. La location aquilana militarizzata e già martoriata dal terremoto e delle continue scossa sismiche, che ancora oggi interessano il territorio, non è stato un gesto di solidarietà ma un gesto di vigliaccheria. Una provincia intera usata come scudo umano, come barriera psicologica, come monito morale e tutti coloro che avevano intenzione di boicottare e contestare il vertice dell’inutilità.
In queste riunioni globalizzate non si promuove l’ugualianza sociale, culturale ed economica ma si da vità a nuovi dislivelli tra quel pezzettino di mondo infinitamente ricco e sprecone e il resto del pianeta devastato da guerre, pestilenze, fame, povertà e violenze di ogni genere. A noi viene mostrato solo il luccichio del cannone sterminatore che è il G8. I media propagandano sudiciume, distraggono, commuovono con fotografie in stile “Benetton united colors”. Sanno bene come toccare le corde più intime dell’animo umano, come entrare nella mente della gente, assopirle, manovrarle, gestirle e perchè no anche distruggerle. E’ la loro politica dissennata basata sulla globalizzazione, sullo spostamento sempre più fulmineo di merci, sull’alienazione del lavoratore divenuto a sua stessa volta merce. I creatori del sistema che ha portato il mondo in una crisi senza precedenti (in cui loro sono divenuti dannatamente ricchi) vogliono farci credere di voler invertire la rotta, di cambiare sistema, di voler rinunciare a tutti i privilegi e le primizie che il loro pezzettino di mondo d’orato gli regala ogni giorno.
Beni comuni come il cibo e l’acqua sono stati mercificati e oggi all’anno 2009 oltre un miliardo di persone muore di fame. Diritti fondamentali come la salute, la conoscenza, il lavoro sono venuti a mancare anche in quegli stati che amano definirsi moderni e democratici. Il profitto è diventato il nuovo el dorado, quello che una volta era il sogno comunista, quello che una volta era la follia fascista, ora è il deliro globalizzato. Nuovi sofisti usano e abusano senza dignità della parola liberismo, della parola libertà e nel contempo nè distruggono il contenuto semantico applicando il neo-concetto su scala globale. Il liberismo tanto esaltato dai padroni del mondo è molto simile alla legge della giungla. I più forti vincono e i più deboli perdono, darwinisticamente non fa una grinza.
La loro economia aleatoria e immanente, basata su cifre scritte su un monitor, su titoli intangibili che salgono e scendono in una borsa qualunque, su soldi stampati dal nulla, su banconote senza un corrispettivo reale, su campagne di privatizzazioni selvagge e che impediscono ai più semplicemente di vivere. La loro finanza basata su debito pubblico, banche e prodotto interno lordo ha reso schiava l’intera popolazione mondiale, diffuso povertà, pessimismo e violenze. La loro economia dissennata e senza scrupoli ha creato flussi migratori incotrollabili, concentrando ricchezza e benessere in un piccolo spicchio di mondo, divenuto con l’appoggio dei media internazionali il Santo Graal del nuovo millennio.
La loro diabolica dedizione e adorazione del dio denaro ha causato disastri ambientali irreversibili. Deforastazioni, desertificazioni, cataclismi in tutto il pianeta, anch’esse poi divenute cause di guerre e distruzione. La voluta cecità nelle politiche energetiche ha messo in ginocchio il delicato equilibrio climatico della Terra. Speculazioni e giochi di borsa di piazzisti senza scrupoli hanno affamato miliardi di persone. Per non farsi mancare niente, ancora oggi nel 2009, sono quasi 30 i conflitti armati di cui siamo a conoscenza, ogni giorno un genocidio, ogni giorno un olocausto, ma si sà che se non fa audience interessa a pochi e allora è meglio tacerli. Mancano i soldi per le politiche sociali ma non per riarmi record da Terza Guerra mondiale, quello delle armi si che è un mercato che non conosce crisi e, il nostro Belpaese è uno dei maggiori produttori di armi mondiali. I signori della guerra sono sempre pronti a diffondere paura e terrore, saltuariamente addossati al nemico spauracchio di turno, ieri i comunisti, oggi i terroristi e domani…potremmo essere noi gli spauracchi e allora saranno cazzi amari.
Il mondo è in fibrillazione e i cosidetti “grandi” non vedono al di là del proprio naso. Non hanno soluzioni, sono burattini nella mani di infide multinazionali e banche armate. Ma anche loro, i burattinai, hanno perso il controllo, non si possono ingabbiare oltre 6 miliardi di persone, almeno, non senza conseguenze. Le rinnovate politiche razziste e xenofobe sono il punto di arrivo dell’insopprimibile pressione migratoria creata dell’insopportabile divario tra il Nord e il sud del pianeta. C’è bisogno di percorrere nuove strade, di incamminarsi in sentieri mai battuti, sciogliere la morsa economica del profitto a tutti i costi e creare un modello economico alternativo, a misura d’uomo.
Allora l’inutilità di questi summit del niente è sotto gli occhi di tutti. Al di là della messa in scena, al di là dei sorrisi e al di là di tutto ciò che l’apparato mediatico, in questi giorni, è indaffarato a mostrarci si percepisce il superfluo che condisce abbondantemente tutto il teatrino del G8, G20 e di tutti quei forum internazionali. Così prendere parte ora diventa un dovere di tutti, come gli indios del Perù, anche noi dobbiamo difendere la nostra libertà e i nostri diritti. Creare un modello alternativo dal basso, palesare l’inutilità dei pagliacci della politica, abbandonare fasulle ideologie propinate al popolino, alimentare una nuova visione comune del futuro, in cui globalizzazzione significa ugualianza e libertà per tutti. Dove per villaggio globale si intenda l’insieme di comunità mondiali che si autosostengono nel rispetto reciproco, dove non esista più gente indifferente che vive la propria vita infischiandosene di tutto e di tutti. Un mondo dove la vita sia il centro di tutto.
Fallire questo obbiettivo potrebbe essere apocalittico. In questo momento il globo terrestre è una fornace ad orologeria pronta ad esplodere. Con la follia imperante rimarrà ben poco del mondo che oggi conosciamo. Opporsi è un obbligo prendere parte al cambiamento è un dovere, se non si capisce questo il resto serve a ben poco…
Italo Romano
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