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Lexuar 2745Podgorica – In un’intervista rilasciata per il quotidano Vjesti, Ratko Knezevic lancia una dura accusa nei confronti del Primo Ministro Milo Djukanovic, dicendosi convinto che dietro l’assassinio del giornalista croato Ivo Pukanic vi è il “cartello delle sigarette”, vecchio impero di Djukanovic-Subotic. Knezevic, che ha anche rilasciato una dichiarazine nell’ambito dell’inchiesta della Direzione italiana per l’Anti-mafia sul contrabbando di sigarette e il riciclaggio di denaro tra Montenegro-Italia-Svizzera, spiega come il denaro della criminalità organizzata è stata trasferita sui conti delle banche svizzere, per essere poi reinvestiti in Montenegro o in altre attività criminali.
Dicendosi preoccupato per la sua stessa vita, Knezevic decide di esporsi sui media e di parlare dell’Affare Djukanovic, entrando così a far parte del coro delle grandi rivelazioni dopo anni di silenzio, come hanno fatto lo stesso Subotic e Joca Amsterdam. L’omicidio di Pukanic dà ancora materiale di discussione, ma il vero problema non è la morte del direttore del giornale croato, bensì la destabilizzazione dell’equilibrio politico in Montenegro. Spiega, dunque, che tra il 1999 e il 2000 sono stati riciclati circa 2,3 miliardi di marchi, passando attraverso le società Codex del Lichtenstein e la cipriota Dulwich gestito – come già spiegato dalla procura di Bari – da Djukanovic e Cane Subotic. Tuttavia, il percorso dei soldi non si è fermato lì, in quanto parla dell’esistenza di altri tre conti che sono stati, secondo le loro parole, sotto il controllo Djukanovic. Si tratta di conti in una piccola banca di Chiasso, la Banca Svizzera italiana, nella UBS Bank di Cugy (vicino Zurigo) e di un conto di risparmio presso la UBS di Lugano.
Contrabbando e riciclaggio: Djukanovic immune ma non innocente
Il nucleo investigativo anti-mafia di Bari (Dda) ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 persone, di cui circa la metà di origine serba e montenegrina, e stretti collaboratori di Milo Djukanovic. Per il Premier del Montenegro è invece prossima la richiesta di archiviazione.
Djukanovic si dichiara innocente dinanzi ai giudici di Bari
Terminato, dopo 5 ore l’interrogatorio di Milo Djukanovic dinanzi ai Pubblici Ministeri di Bari. Al termine dell’interrogatorio, il legale del Premier del Montenegrino Enrico Tuccillo, dichiara alla stampa, in difesa di Djukanovic, che “la concessione delle licenze di importazione delle sigaretta era necessaria per la sopravvivenza del Montenegro”.
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I segreti bancari svizzeri e la verità sulla storia dei Balcani
La UBS Bank è stata tra le prime banche a subire la crisi speculativa dei subprimes, proprio perché eccessivamente esposte con il suo portafoglio di titoli, ed oggi sta crollando in una voragine che trascinerà con essa anche il famoso segreto bancario svizzero. Il dipartimento di Giustizia americano ha chiesto però la banca svizzera UBS riveli l’identità di altri 52 mila clienti americani che possiedono dei conti cifrati illegali. Un caso che potrebbe divenire un pericoloso precedente. Cosa succederebbe, infatti, se si cominciasse a chiedere alla Svizzera di rivelare i conti cifrati che hanno consentito il riciclaggio del denaro dei traffici illegali e del finanziamento al terrorismo o della stessa guerra in Bosnia o in Kosovo?
Branch bancarie e riciclaggio: il fulcro delle mafie locali
Esiste sempre un forte legame tra i gangster che fanno del traffico e del contrabbando la loro piccola colonia, e la gente che lotta per il “bene” della democrazia e dello Stato. Le mafie locali non rappresentano né il punto di origine né di arrivo delle grandi operazioni criminali che mettono in ginocchio le piccole economie e spesso interi Stati, ma semplicemente delle pedine all’interno di un disegno più grande.
Trading e fondazioni: il cerchio si chiude
Le organizzazioni umanitarie che innescano scandali e destabilizzazioni dei Governi, spesso non sono nient’altro che un tassello di grandi operazioni riciclaggio internazionale o di truffa finanziaria. Esiste dunque uno stretto collegamento tra un’organizzazione senza scopo di lucro e le entità economiche o politiche, costituito proprio da operazioni finanziarie come i programmi di Trading. Conoscere certi meccanismi consente così di capire il vero scopo delle tante organizzazioni che affollano i programmi di sviluppo di aree regionali in difficoltà, come quella dei Balcani, e che spesso portano avanti anche dei programmi politici e di propaganda.
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La pulizia etnica del Kosovo premiata con un Nobel
Martti Ahtisaari è stato premiato con il Nobel per la Pace per le sue attività di mediatore nel cosiddetto Kosovo “multi-etnico”. Così, con un paradosso assurdo, mentre i media di tutto il mondo non hanno riconosciuto la vittoria della Serbia all’interno dell’Assemblea Generale dell’ONU contro la sceneggiata dell’indipendenza del Kosovo ma soprattutto contro gli Stati Uniti – sostenuti solo da un manipolo di piccoli Paesi – viene conferito un Premio Nobel per la pace a Martti Ahtisaari, già sfiduciato dalla maggioranza in sede Onu.
L’ amarezza di Carla del Ponte prima dell’esilio argentino
Carla del Ponte lascia il Tribunale Internazionale dell’Aja con le ennesime dichiarazioni di amarezza e astio nei confronti della Serbia. Attacca in maniera dura i rappresentanti diplomatici italiani per il sostegno offerto a Belgrado nel processo di integrazione della UE.
Carla del Ponte, procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell’Aja, a partire dal gennaio del 2008 diventerà ambasciatrice svizzera in Argentina. La notizia giunge inaspettatamente, e soprattutto dopo che era stato più volte ribadito che Carla del Ponte non avrebbe lasciato la sua “carriera da Procuratore”.
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Energia e collaterali: il ricatto delle Banche
L’andamento di petrolio ed energia ormai è costantemente monitorato da fondi di investimento e gruppi bancari che fanno da registi all’interno e dietro le quinte del mercato finanziario, manipolando informazioni, titoli e società. I grandi traders della finanza internazionale da tempo ormai hanno affondato i loro tentacoli sui meccanismi del mercato, acquistando titoli delle società che sfruttano giacimenti e fonti di energia, per poi immetterli in strani giri finanziari volti a dissimulare le capitalizzazioni.
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Telekom Serbia: una storia ancora da chiarire.
Torna il caso Telekom Serbia, all’indomani della riapertura del processo per diffamazione contro le illazioni del faccendiere Igor Marini nei confronti di personaggi di spicco. Vi sono infatti ancora molti particolari, volutamente ignorati in maniera tale che l’opinione pubblica si accanisse nei confronti di personaggi inutili e insignificanti. E’ stata costituita una commissione di inchiesta per indagare sulle assurde rivelazioni di un faccendiere, in maniera tale da insabbiare la vera inchiesta, che avrebbe dovuto interessare l’origine e la destinazione di rilevanti somme di danaro transitate sui conti correnti di grandi Banche d’affari.
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Enormi giacimenti di petrolio in Albania?
La Gustavson Associates LLC afferma che “le riserve di petrolio rinvenute in Albania sono molto più grandi di quanto si pensasse sino ad ora”, con un giacimento sotterraneo di 3 trilioni di metri cubi di riserve di gas naturale. Giacimenti che offrirebbero un rendimento di oltre 32 miliardi di dollari.
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Lo Stato all’interno dello Stato
Il Kosovo è oggi al centro di accese trattative diplomatiche, turbate da inquietanti episodi di terrorismo e propaganda che creano un clima particolarmente teso. Da Wolfgang Ischinger giunge la proposta di intensificare le trattative bilaterali tra Belgrado e Pristina con l’intermediazione della Troika, senza accennare alla possibilità di una conferenza internazionale. Si aspetta dunque che Serbia e Kosovo giungano ad un accordo, strettamente monitorato dalle Nazioni Unite e della stessa Unione Europa, fermo restando che non è stato escluso che il Kosovo possa proclamare autonomamente la propria Indipendenza, lasciando alle entità sovranazionali il potere di riconoscerlo come Stato.
Un grande conflitto di interesse al Tribunale dell’Aja
Arrestato il figlio di Radovan Karadzic da parte della polizia serba, come dimostrazione dell’impegno della Serbia nelle indagini e nelle ricerche dei “criminali di guerra”. La notizia dell’arresto giunge, tra l’altro, dopo la decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di prorogare la nomina di Carla del Ponte come Procuratore del Tribunale dell’Aja sino alla fine dell’anno. Viene così rilanciata la crisi balcanica, per costruire un nuovo ricatto nei confronti della Serbia per l’Indipendenza del Kosovo, mentre si inaspriscono le critiche dell’Onu nei confronti dell’Iran. Una risoluzione dell’Onu favorevole all’Iran corrisponderà poi ad un impegno a dichiarare l’Indipendenza del Kosovo, per sottrarlo alla Serbia e metterlo nelle mani occidentali: questo perché sono entrambe delle regioni strategiche interessate da gasdotti e rete di infrastrutture.
http://www.rinascitabalcanica.com